Il nome Martinville è un omaggio al tipografo francese che nell'Ottocento sperimenta per primo la tecnologia alla base della registrazione del suono.
Che cosa c'entra un libraio con l'invenzione del fonografo?
Nel 1854, Édouard-Léon Scott de Martinville rimane affascinato dall'idea di trascrivere il suono attraverso un mezzo meccanico ispirato al funzionamento dell'orecchio umano. Tre anni dopo, consegna un progetto in busta chiusa all'Accademia di Francia, ottenendo il brevetto del fonautografo, il marchingegno che anticipa di qualche anno la tecnologia del fonografo sperimentata da Edison. A differenza di quest'ultima, l'invenzione di Scott de Martinville dà vita esclusivamente a riproduzioni visive del suono, senza la possibilità di generare versioni audio, cosa che gli impedisce di trarne profitto, tanto che il nostro trascorrerà il resto della sua vita come libraio al 9 di rue Vivienne a Parigi.
Nel 2008 il New York Times riporta la notizia del ritrovamento di un fonoautogramma datato 9 aprile 1860. Il quotidiano racconta che alcuni scienziati californi sono riusciti a convertire in suono una serie di scarabocchi su carta. Quel fonoautogramma era stato realizzato da Leon Scott a Parigi e poi andato smarrito. Era la registrazione di un frammento di una decina di secondi di Au Clair de la lune, canzone popolare francese. Il fonoautogramma è così diventato, un secolo e mezzo dopo, la prima documentazione nota della registrazione di musica e voce umana, precedente di ventotto anni l'esperimento di Edison.
Era ovvio che Martinville ci fosse profondamente simpatico. L’inventiva dell’artigiano, l'umiltà dell'uomo e lo scherzo della storia sono stati un invito irresistibile a intitolare il nostro progetto a questo visionario nato oltre due secoli fa, padre della discografia moderna.